DAMA Italy è il capitolo tutto italiano dell’associazione DAMA-International, la principale organizzazione internazionale per i professionisti della gestione dei dati.
Ad oggi, Dama International risulta essere la realtà più grande al mondo sul data management, contando più di 50.000 iscritti.
La divisione italiana è stata fondata a novembre del 2018 e ha l’obiettivo di creare, discutere e approfondire i temi inerenti alla gestione dei dati.
Attraverso eventi espressamente dedicati, l’associazione DAMA favorisce la diffusione e la cultura della gestione del dato attraverso la definizione di un framework per la governance dei dati che tenga in considerazione tutti i passaggi del processo di integrazione.
Il Data Management è un aspetto fondamentale sia per le aziende private ma anche per gli enti pubblici. Avere un’accurata organizzazione e gestione del dato consente alle realtà pubbliche e private di avere un controllo preciso sul flusso di informazioni chiave, ma anche di sfruttare al meglio i dati per la risoluzione di problemi, la definizione di strategie e l’analisi dell’andamento delle soluzioni implementate.
Per creare una Comunità Smart è cruciale promuovere la cultura del Data Management nelle Pubbliche Amministrazioni e nelle aziende private.
TSCAI ha incontrato il Presidente di DAMA – Italia, il dott. Nino Letteriello e gli ha rivolto alcune domande.
Condivide le considerazioni di Bas Boorsma sulla necessità che le città si dotino di una strategia di governance dei dati?
Assolutamente sì, Bas Boorsma ha evidenziato uno dei principali problemi che stanno alla base dell’applicabilità dei paradigmi delle Smart City. Interoperabilità, standardizzazione e tassonomia, così come sicurezza e trasparenza, sono aspetti fondamentali per poter erogare servizi a valore aggiunto per i cittadini in linea con le strategie di sviluppo e le politiche delle città. In quest’ottica, la governance dei dati funge da collante per questi paradigmi e ne consente una gestione efficiente, misurabile e condivisibile fra i vari attori coinvolti.
Quali sono secondo voi le principali criticità legate a questo processo?
L’elenco potrebbe essere lungo: le principali criticità sono legate alla mancanza di competenze che consentano di definire framework di dati (e di gestione degli stessi) coerenti con gli obiettivi delle città. Questi sono alcuni degli aspetti su cui stiamo lavorando maggiormente, cercando di divulgare una cultura di Data Management che, purtroppo, è ancora molto carente. In un mondo sempre più “data-driven”, il focus troppo spesso è sulle tecnologie anziché sulla gestione dei dati che ne sono le fondamenta e questo trend ha comportato l’accentuarsi di eccessive aspettative (spesso disilluse) ed il fallimento di molti progetti erroneamente etichettati “tecnologici”.
Avete indicatori che dicono quanto stia crescendo l’attenzione di imprese e PA sulla necessità di prendere decisioni basate su dati?
Ritengo che nell’intero panorama mondiale l’interesse stia crescendo esponenzialmente. Termini come data-driven, open source, Big Data, Machine Learning ed Intelligenza Artificiale fanno ormai parte dell’immaginario collettivo ed hanno giustamente sollevato l’interesse anche all’interno di PA e Business che da anni hanno iniziato ad investire in percorsi di informatizzazione e digitalizzazione. Per citarvi due esempi, il DAMA esiste da quasi 40 anni a livello internazionale ed a fine 2017 era presente in 50 nazioni. Negli ultimi 2 anni, sono oltre 40 le nazioni che hanno espresso un interesse per DAMA ed hanno iniziato un percorso ufficiale di affiliazione. Un ulteriore indicatore sono le ricerche del termine “data” (o dato/dati) su Google che nell’ultimo quinquennio ha visto un aumento del 25% a livello mondiale e di oltre il 40% in Italia.
Ci dice quali sono i temi caldi per il 2020 all’interno della Associazione DAMA?
I temi sono vari, sicuramente il principale rimane quello legato alla diffusione delle best practice. Le problematiche affrontate sono comuni e riguardano ugualmente realtà pubbliche e private, tuttavia spesso si cede alla sindrome del “reinventing the wheel” ripercorrendo gli stessi processi e conseguenti errori. In questo contesto, DAMA vuole avere una funzione di diffusione delle conoscenze, che indipendentemente dai trends e dalle tecnologie applicate, possa essere di supporto ai decision makers ed ai professionisti del settore al fine di ottimizzare gli investimenti ed ottenere risultati tangibili e quanto più possibile condivisi.
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